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Alleanza Cattolica - aree tematiche - Massoneria - Cattolici e massoneria: dialogo e "doppia appartenenza"









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dei materiali sulla massoneria


Alleanza Cattolica
aree tematiche




Saggio tratto da: CESNUR.
CENTRO STUDI SULLE NUOVE RELIGIONI, Massoneria e
religioni, a cura di Massimo Introvigne, Elle Di Ci,
Leumann (Torino) 1994, (pubblicato per gentile concessione
dell'Editore).

 

Cattolici
e massoneria: dialogo e "doppia appartenenza"

Mons. Giuseppe
Casale

 

Il lettore che avrà
seguito fino a questo punto il volume si accorgerà,
al termine di una serie di analisi approfondite e complesse,
di essere, in un certo senso, appena all’inizio di una
riflessione su un tema delicato, che ha certamente bisogno
di ulteriori approfondimenti. Senza la presunzione di poter
dire una parola finale e definitiva su questioni tanto
diverse e complicate, penso però che non sia
impossibile trarre dai nostri lavori qualche conclusione. I
saggi raccolti in questo volume si propongono di esplorare
le relazioni fra tre realtà: la massoneria, la
Chiesa, le nuove religioni, nei loro reciproci rapporti.
Vorrei dunque proporre, a titolo di conclusione, qualche
osservazione su ciascuno dei diversi rapporti che tra queste
rispettive realtà si vengono a stabilire nella
storia.

 

1. Massoneria e nuove
religioni

La massoneria - o le
massonerie - e le nuove religioni sono realtà
qualitativamente diverse. Le massonerie non sono nuovi
movimenti religiosi o nuove religioni secondo le diverse
accezioni che gli specialisti danno a questi termini, anche
se forse si deve fare un discorso a parte per le "massonerie
di frangia" di ispirazione occultista - che non vanno
peraltro confuse con le obbedienze maggioritarie - che
potrebbero essere rubricate tra i "nuovi movimenti magici".
Questo non significa che le massonerie maggioritarie non
abbiano alcuna relazione con la religione, e in particolare
con la nuova religiosità. L’esperienza che
propongono si rivolge comunque alla dimensione spirituale e
morale dell’uomo. La cultura e lo stile di pensiero
massonico, particolarmente negli Stati Uniti del secolo
scorso, sono entrati a far parte della religiosità
diffusa, quell’insieme di temi, idee, valori, simboli a
cui hanno attinto anche i fondatori di nuove religioni per
costruire le loro sintesi originali. In questo senso - lo
provano i casi dei mormoni e dei testimoni di Geova -
esiste, e non avrebbe potuto essere diversamente, un
rapporto fra massoneria e nuove religioni americane nate
nell’Ottocento, anche se questo rapporto non deve
essere esagerato e ha presentato, accanto a momenti di
incontro, anche momenti di conflitto. 

 

2. Chiesa e nuove
religioni

Il rapporto fra Chiesa
cattolica e nuove religioni non costituisce il tema
specifico di questo volume. Il CESNUR lo ha affrontato a
più riprese, e io ho cercato di darne una sintesi
nella mia lettera pastorale del 6 marzo 1993 Nuova
religiosità e nuova evangelizzazione.
L’itinerario che il magistero cattolico propone a
proposito dei rapporti con le nuove religioni è
valido tuttavia, in una certa misura, anche per i rapporti
con le massonerie. Possiamo riassumerlo (secondo lo schema
seguito anche dalla nota pastorale L’impegno
pastorale della Chiesa di fronte ai nuovi movimenti
religiosi e alle sette del Segretariato per
l’ecumenismo e il dialogo della Conferenza Episcopale
Italiana, del 30 maggio 1993) in quattro tappe:

a) la conoscenza: non
è possibile giudicare quello che non si conosce; si
tratta di temi delicati, in continuo mutamento ed
evoluzione, su cui le informazioni non sono sempre precise e
per cui è necessario uno sforzo di studio e di
ricerca condotto con professionalità;

b) il discernimento:
come insegna l’enciclica Veritatis splendor non
possiamo accettare di chiamare bene il male - possiamo e
dobbiamo discernere gli aspetti positivi e quelli negativi
sulla base di criteri oggettivi, con amore per la
verità e rifiutando ogni relativismo;

c) la denuncia di
quanto nella nostra opera di discernimento è emerso
come male, denuncia che per i pastori della Chiesa cattolica
è un compito profetico da assumere con
coraggio;

d) il dialogo,
opzione preferenziale della Chiesa tutte le volte in cui
è possibile, fondato sulla consapevolezza che anche
movimenti inficiati da gravi errori partono talora da
esigenze genuine di spiritualità, e che comunque ogni
essere umano - per quanto radicate siano le sue deviazioni e
i suoi pregiudizi - è una creatura amata da Dio e
redenta da Gesù Cristo, con cui il dialogo è
almeno potenzialmente possibile.

 

Nella mia lettera pastorale
ho avuto occasione di fare cenno agli ostacoli e agli
inciampi lungo la via del dialogo, menzionando come ostacolo
principale la pretesa di alcuni nuovi movimenti religiosi
della doppia appartenenza dei loro adepti anche alla
Chiesa cattolica, nonostante evidenti incompatibilità
di metodi e di dottrine. La pretesa della doppia
appartenenza rischia di rendere ambiguo il dialogo e qualche
volta purtroppo lo rende impossibile. Proprio la
necessità di definire in modo chiaro la differenza
fra il dialogo e la doppia appartenenza mi aveva spinto
nella lettera pastorale a dedicare un accenno anche alla
massoneria.

 

3. Chiesa e
massoneria

Potremmo dedicare altri
volumi ad approfondire varie questioni controverse sulle
origini e la natura della massoneria, ma forse possiamo
fissare almeno alcuni punti fermi a proposito dei suoi
rapporti con la Chiesa.

Come abbiamo visto la
massoneria - come emerge dallo studio delle sue origini -
è anzitutto un metodo per impostare i problemi
morali e filosofici, che le logge affrontano - ispirate dai
loro riti e simboli, custodi del metodo stesso - sulla base
di una libera discussione che ricerca un minimo comune
denominatore fra le opinioni e, con alcune eccezioni,
prescinde da premesse che tutti devono condividere e rifiuta
di proporre le sue conclusioni in forma di tesi definitive.
Sulla base di questo metodo - che tutte le forme di
massoneria, pure tanto diverse fra loro, sostanzialmente
condividono - le discussioni massoniche producono
risultati, teoretici o operativi, che variano da
un’obbedienza all’altra, da una nazione
all’altra, da un periodo storico
all’altro.

Si deve purtroppo constatare
che molti di questi risultati meritano una
valutazione negativa da parte della Chiesa cattolica:
segreto utilizzato per coprire trame non sempre limpide
(qualche volta addirittura criminose), influenze indebite
sulla vita sociale e politica, anticlericalismo, lotta
contro la Chiesa, posizioni lontane dalla dottrina morale
cattolica su questioni gravi come il divorzio o
l’aborto. Si deve nello stesso tempo prendere atto che
questi risultati negativi non si ritrovano in tutte
le epoche storiche né in tutte le obbedienze o le
logge: la massoneria anglosassone per esempio dichiara,
nelle sue espressioni maggioritarie, di condannare
l’anticlericalismo, il tentativo di influire sulla
politica, e anche certe posizioni in materia morale
tradizionalmente associate ad alcune massonerie latine. Non
è questa la sede per chiedersi se anche la massoneria
anglosassone non abbia i suoi modi, forse più
sottili, per influire sulle grandi scelte sociali e
politiche. Anche all'interno delle massonerie latine
esistono notevoli differenze. Limitiamoci a prendere atto
del fatto che dal punto di vista dei risultati
esistono massonerie distinte, diverse e talora molto
diverse fra loro.

I cattivi risultati
del metodo massonico hanno in molti paesi e per molti anni
reso impossibile o molto difficile il dialogo. Se si ammette
che questi risultati, seppure in alcuni paesi
frequenti, non sono necessari, uno spiraglio per il dialogo
si apre. Naturalmente l’indagine se i risultati
del metodo siano mutati e non siano più quelli -
negativi - di un tempo deve essere condotta caso per caso
con riferimento a ciascuna delle diverse massonerie, a
ciascuna epoca storica, a ciascun paese. Anche qualora, in
un caso concreto, si concluda che i risultati non
sono più quelli negativi di un tempo occorre
però - prima di dire "sì" senza riserve al
dialogo con la massoneria - chiedersi anche se il dialogo
non rischia di favorire gli equivoci sulla doppia
appartenenza.

È infatti
assolutamente cruciale e necessario distinguere fra
dialogo e doppia appartenenza. Il cattolico
dialoga con convinzione con il protestante, ma a nessuno
verrebbe in mente di dirsi insieme e cattolico
e protestante, di chiedere la "doppia appartenenza"
per esempio alla Chiesa cattolica e alla comunità
battista. La massoneria tiene a sottolineare di non essere
una religione, ma la Chiesa cattolica esclude ugualmente la
doppia appartenenza. Infatti, quali che siano i
risultati, il metodo massonico è di per
se stesso incompatibile con la professione di fede
cattolica, perché chi utilizza sistematicamente
questo metodo si convince che in materia di
spiritualità e di morale (come in ogni altra materia)
la verità è un minimo comune denominatore
delle opinioni e non è la persona di Gesù
Cristo che si fa incontro a ogni uomo e a ogni donna nella
Chiesa. Anche se i massoni spesso non amano questa parola,
il metodo massonico comporta sempre il rischio del
relativismo. E il metodo massonico è
l’essenza delle massonerie.

L’insegnamento
più chiaro del documento del 1983 è appunto
questo. Non spetta alle massonerie dichiarare se la doppia
appartenenza è possibile o no. Non spetta neppure ai
singoli vescovi, o alle conferenze episcopali, tanto meno a
singoli sacerdoti o teologi (non ne mancano che esprimono
opinioni bizzarre, ma queste opinioni non sono quelle della
Chiesa). Il giudizio spetta soltanto a Roma, e Roma lo ha
formulato in modo chiaro. Si tratta di un giudizio che non
chiude affatto la porta al dialogo, anzi suggerisce le due
realistiche condizioni alle quali il dialogo è,
rispettivamente, possibile e opportuno. Anzitutto il dialogo
è possibile solo con quelle obbedienze
massoniche nelle quali l’applicazione del metodo
massonico non conduce a risultati che la Chiesa deve
considerare aggressivi nei suoi confronti e nocivi alla
società nel suo insieme. In secondo luogo - atteso
che un cattolico non può praticare il metodo
massonico, anche a prescindere dai risultati, senza pericoli
inaccettabili per la sua fede - il dialogo è
opportuno solo con quelle obbedienze massoniche che
siano pronte a prendere atto lealmente della esclusione
della doppia appartenenza pronunciata dalla
Chiesa.








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